Scanzano sembra mostrare sempre più quella fierezza che le deriva da un’antica autonomia comunale, mai abbandonata, Sante Marie e Scanzano per secoli camminano insieme e figurano già nel catalogo dei Baroni del 1187 fatto censire da Guglielmo II il Bono, dove risultano essere feudi della famiglia De Pontibus che li aveva subinfeudati a Giovanni Duca. Durante la Contea di Tagliacozzo sotto gli Orsini e poi sotto il ducato ( Taleacotium, Ducatus Amplissimus, Caput Marsorum) dei Colonna, viene più volte riportato insieme a Sante Marie e Castelvecchio. Nel 1630 l’università di Scanzano prevedeva due Sindaci coadiuvati dal consiglio dei Deputati. Con l’abolizione dei feudi decretata l’8 agosto 1806 da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone e Re di Napoli, si chiude il secolare capitolo comunale di Scanzano con l’accorpamento in quello di Sante Marie.
Poco distante dal centro abitato si trova la chiesa di Santa Maria meta di pellegrinaggio dalle ore 17 del 14 agosto (vigilia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria): giungono in chiesa a piedi dai paesi limitrofi per l’indulgenza plenaria, visite che ogni credente ritiene doverose effettuare e che volgarmente vengono chiamate “le passate”, che terminano alle ore 18:00 del 15 agosto. Di rilievo la visita nella chiesa parrocchiale, dove si trova una statua lignea di S. Atanasio (opera lignea di Salvatore Conti di Sulmona), Santo che nel 360 rimase l’unico fra tutti i Vescovi della cristianità a difendere l’ortodossia dagli eretici. Singolare ed unica nella zona la venerazione di questo inno! “O Atanazio, amabil Santo della Chiesa di Scanzano, / a te sale ardente il coro della lode è dell’onor / sospiri è le preghiere del tuo popolo fedel”. Il territorio di Scanzano nell’antichità.
Il “Castello” (925 m s.l.m.) corrisponde alla punta meridionale della lunga dorsale su cui sorge il paese di Scanzano. Consiste in un pianoro a pianta trapezoidale rastremato verso sud, di 90/40 x 80 m, circondato sui quattro lati da pareti a scarpa, formate oggi in parte dal terreno naturale, in parte da resti murari in opera irregolare, alti non più di cinque metri, cui si sono appoggiati, in qualche punto, edifici di epoca moderna . – Pianta dell’area del “Castello”. Sono evidenziati con un segno più spesso i resti murari di epoca medievale e quelli della chiesa di San Giovanni
L’area sommitale, ampia circa 5000 metri quadrati, si trova mediamente dieci metri più in alto rispetto al crinale a nord, su cui passa il corso Sant’Atanasio. Sul lato opposto il declivio domina la valle di Pratolungo, con un dislivello di centottantacinque metri; il “Castello” costituisce pertanto il principale punto panoramico di Scanzano, uno splendido belvedere naturale da cui si gode una vista a trecentosessanta gradi su gran parte del territorio comunale di Sante Marie, ma anche verso un’ampia porzione del limitrofo comune di Tagliacozzo, chiusa verso sud-ovest dalla lunga bastionata boscosa dei Simbruini, sul lato opposto dalla dorsale di Monte Faito. La zona del “Castello”, se si escludono poche case isolate, ristrutturate in epoca moderna, poste lungo il perimetro sui lati est e sud, è oggi totalmente disabitata. Sul pianoro sommitale si conserva non più di una dozzina di edifici, concentrati nella maggior parte lungo il bordo settentrionale, alcuni abbandonati e in rovina, altri riutilizzati come rustici. Il resto dell’area è occupato da prati incolti e da piccoli orti recintati.
I pochi edifici rimasti sono privi di intonaco e mostrano le solite murature in opera irregolare, che sono caratteristiche di tutti i paesi montani della Marsica. I sistemi di costruzione in queste zone sono rimaste invariati per molti secoli per cui strutture di questo tipo non sono facilmente databili. Nella maggior parte dei casi la presenza di numerosi frammenti di laterizi, in mezzo alle pietre del paramento, testimonia che si tratta di edifici di epoca moderna, non anteriori alla seconda metà del quattrocento quando si segnala la ripresa della produzione dei laterizi nell’Abruzzo interno. È infatti a partire da quell’epoca che gli abbondanti scarti del materiale fittile vengono reimpiegati nei muri di pietra e malta di calce (c.d. opera irregolare), formando talvolta dei ricorsi orizzontali.
Non ci sono però edifici costruiti o ristrutturati dopo il 1915, come se ne vedono invece lungo il corso Sant’Atanasio, i quali sono ben riconoscibili per le cinture in mattoni che traversano orizzontalmente le murature in pietrame, rese obbligatorie dalla normativa varata dopo il terremoto. La maggior parte degli edifici visibili appartengono alla tipologia della stalla-fienile a due piani con tetto a piovente unico, qualcuno isolato, altri affiancati a formare un lungo caseggiato continuo, come quello posto sul lato settentrionale del pianoro. Alcuni fabbricati, ad esempio quello situato al centro dell’area, più probabilmente in origine erano case di abitazione, in seguito riutilizzate come rustici. Presso l’angolo nord-orientale, si riconoscono i ruderi della chiesa di San Giovanni, che era ricordata dagli anziani del paese. È un edificio semplice, a pianta rettangolare, lievemente irregolare, di 12 x 8 m, più probabilmente a navata unica, affiancato su tre lati da case anch’esse in rovina. In facciata si conserva un blocco di pietra liscia, privo di modanature, pertinente allo stipite del portale. La struttura muraria, in pietre irregolari legate da malta di calce, con molti frammenti di laterizi, è analoga a quella degli immobili adiacenti e quindi è genericamente riconducibile ad epoca moderna. Il pavimento è coperto da un interro alto circa un metro, che potrebbe nascondere forse qualche elemento decorativo scampato alle spoliazioni condotte dopo il sisma.
I resti murari delle fasi più antiche dei castelli e dei borghi della Marsica, compresi quelli del “Castello” di Scanzano, si datano, per le loro caratteristiche tecniche, quasi sempre in epoca successiva ai Normanni e al Catalogus Baronum, prevalentemente tra il XIII e il XIV secolo. È plausibile che i primi nuclei altomedievali, come documentato dagli scavi archeologici condotti in altre parti d’Italia, fossero costituiti da edifici in materiali deperibili terra cruda, legno, pietre a secco e che le strutture attualmente visibili siano il frutto di un processo di monumentalizzazione, avviato a partire dal XII secolo, che ha gradualmente sostituito le strutture primitive, con opere più resistenti.
Nella maggior parte dei casi, le città murate della Marsica conoscono in età moderna profonde trasformazioni. Venute meno le esigenze difensive, le case costruite lungo il perimetro inglobano la cinta muraria e le torri, aprendovi porte e finestre, formando un fronte compatto e continuo (case-mura). All’interno il tessuto edilizio è fitto di case, addossate le une alle altre e separate da strette viuzze, mentre nuovi quartieri vengono costruiti all’esterno delle mura. Anche il castello il più delle volte si trasforma. Nel XII-XIII secolo era solo un recinto murario provvisto di torri; il signore abitava nel mastio, suddiviso in vari piani da solai (così ancora oggi si presentano i castelli di Pereto e Carsoli). In epoca moderna lungo il perimetro si innalzano voluminosi corpi di fabbrica, articolati in vari piani ed appartamenti, che circondano un cortile (Oricola, Marano, Poggio Filippo) e il castello si trasforma in palazzo. Ma questo non sempre avviene, perché in altri casi l’espansione dell’abitato al di fuori del circuito murario medievale, in zone più comode, facilmente accessibili e meglio collegate con i centri vicini, determina l’abbandono o il declino del castello e/o del borgo murato. Quest’ultimo, sembra essere anche il destino di Scanzano, dove il paese moderno si sviluppa intorno la strada che corre sul lungo crinale (l’attuale corso Sant’Atanasio), a scapito del vecchio borgo.
Si trova nella Riserva Naturale delle Grotte di Luppa. In un luogo che permette ai visitatori di ammirare tutto il territorio. Presso l’ufficio della Riserva è possibile ottenere tutte le informazioni dettagliate per raggiungere la grande panchina.
Il Big Bench Community Project (BBCP) è un’iniziativa ideata dall’artista Chris Bangle, che consiste nell’installazione di grandi panchine in varie località panoramiche.
É possibile acquistare il proprio Passaporto Ufficiale del “Big Bench Community Project” presso l’ufficio della Riserva. Ciò ti permetterà di iniziare subito a collezionare i timbri delle panchine visitate.
Un territorio di montagna incantevole, costellato di pittoreschi borghi, sentieri panoramici e ciclabili immerse nella natura.