Sante Marie

Un Territorio da vivere

I paesi dell’Appennino hanno subito dalla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso una forte emigrazione che da una parte ha svuotato interi rioni e dall’altra ha rafforzato il senso di appartenenza, la vicinanza alle tradizioni e agli usi e costumi della propria terra. Chi è rimasto e vive a Sante Marie contribuisce ogni giorno a rendere viva la comunità, ad accogliere chi arriva per visitarla e a tutelarla in ogni suo aspetto. Chi invece è dovuto partire torna appena può e offre il proprio contributo per animare la vita del paese e, di conseguenza, delle sue radici. Un forte senso di appartenenza che ha permesso, tra le altre cose, a molte realtà di continuare a vivere. Le attività del paese, per esempio, sono gestite da persone che hanno scelto di vivere e investire a Sante Marie e con passione e devozione offrono un servizio quotidiano alla collettività. Le tradizioni, i riti e le iniziative vengono promosse grazie alla collaborazione di tutti, dai più grandi ai più piccoli, con una trasmissione dei saperi quotidiana. Ogni festa, ogni evento, ogni appuntamento vede la forza sinergica in campo di tutti i residenti che si danno da fare e tutelano e valorizzano il bene comune.

Un' apertura con la storia, lo spirito e i valori della vostra realtà

Sante Marie nel Medioevo faceva parte del feudo di Tagliacozzo, mentre nel periodo postunitario, fu il luogo dove venne catturato e ucciso il brigante catalano José Borjes. Messo a dura prova dal terremoto del gennaio 1915, il paese fu bombardato dagli aerei americani durante la Seconda Guerra Mondiale nell’erroneo tentativo di colpire il comando tedesco nella villa dell’avvocato Mari, a pochi passi dalla ferrovia Roma-Pescara.

Sante Marie, borgo autentico abruzzese, incastonato tra i castagneti e la natura incontaminata della riserva naturale grotte di Luppa.

Sante Marie oggi è un comune outdoor da dove parte il Cammino dei Briganti, percorso ad anello di 100 chilometri che abbraccia i territori a cavallo tra l’Abruzzo e il Cicolano sulle orme dei briganti, il Sentiero Corradino che attraversa tutte le frazioni di Sante Marie, dedicato alla figura del giovane principe svevo nel 1268 si scontrò con l’esercito di Carlo D’Angiò nella “Battaglia di Tagliacozzo”, e poi la riserva naturale grotte di Luppa con l’inghiottitoio, l’aula didattica nel bosco e la falesia di Pietra Pizzuta e la rete sentieristica che permette di assaporare a pieno le bellezze della zona. All’interno della riserva si trova la “Big Bench”, la prima grande panchina della provincia dell’Aquila, la 241esima d’Italia, dalla quale è possibile ammirare il panorama mozzafiato su Sante Marie. Gli appassionati di bicicletta non potranno rinunciare a una passeggiata lungo la ciclovia della castagna, una pista ciclabile immersa nel bosco. Chi arriva a Sante Marie può decidere se dedicarsi alla natura o trascorrere una giornata tra i vicoli del paese animati, soprattutto d’estate, da bambini gioiosi, camminatori e residenti. I visitatori potranno rilassarsi con una passeggiata immersi nel cuore del paese per ammirare il centro storico con la chiesa quattrocentesca di Santa Maria delle Grazie, che conserva ancora il portale e il campanile originari, i numerosi murales che dal 2014 abbelliscono con pagine di storia e tradizioni locali il cuore di Sante Marie e il museo sul Brigantaggio e dell’Unità d’Italia di Palazzo Colelli dove si trova anche il museo delle radio d’epoca con pezzi rari tutti funzionanti apprezzati da appassionati e non. In alcuni particolari periodi dell’anno, inoltre, a dare gioia alle strade del paese ci sono gli eventi, appuntamento fisso nel calendario dei santemariani e non. Tra le manifestazioni da non perdere la Sagra della castagna e la Festa del tartufo. La prima si tiene a fine ottobre e trasforma l’intero paese in un villaggio con stand enogastronomici, musica e folclore. L’altra, invece, si svolge ad agosto con momenti di approfondimento dedicati al tartufo e degustazioni a base di prodotti locali. Appuntamenti fissi anche la sagra dei funghi porcini, che si svolge a metà agosto nella frazione di Castelvecchio e la tradizionale Festa “Ejji canistri”, uno spaccato di usi e tradizioni rurali che si svolge il 10 agosto nella frazione di Santo Stefano. E poi per gli amanti delle due ruote la cicloturistica della castagna, che si tiene la penultima domenica di ottobre e richiama migliaia di ciclisti da tutta Italia.  

Segui le tue Passioni!

Cosa fare a Sante Marie

La storia

La  storia di Sante Marie, dal Medioevo in poi, si identifica con quello del feudo di Tagliacozzo dapprima possesso dei conti dei Marsi, in seguito dominio dei De Pontibus, degli Orsini e, infine, dei Colonna. Nei documenti più antichi il paese appare denominato Alto Sanctae Mariae o, meglio, Alto di Santa Maria. Così è scritto, nel “Catalogo dei Baroni” (sec. XII), dove appunto Alto di S. Maria viene indicato come feudo di due soldati a cavallo, insieme quello di Scanzano.

#visitsantemarie

Anche nella bolla di Papa Clemente III (1188) si trova la medesima denominazione “in Alto di Sanctae Mariae”, costituente il “castello” più ricco di chiese di tutta la Marsica.  Un terzo documento, del 5 agosto 1287, è costituito da alcuni “Statuti e Capitoli” redatti dal Preposto di S. Maria in Cellis e da Bartolomeo “di Alto di Santa Maria” probabile indizio dell’appartenenza di questa chiesa a Montecassino. Presso la chiesa di S. Maria doveva esistere un monastero, dal momento che in un “Codice delle decime” dei primi anni del XIV secolo appare la seguente dicitura: “In Alto Sanctae Mariae e Monasterio de Alto Santae Mariae cere libras quatuor”. Nel suo territorio, si trova già un “Hospitale” e ben nove chiese: S. Quirico, S. Giovanni di Casa Vetrana, S. Marcello, S. Nicola, S. Lucia, S. Andrea di Canneto, S. Giusta, S. Maria, S. Benedetto. Un quinto documento è del 1372: si tratta di un’altra bolla pontificia, redatta ad Avignone da Gregorio XI. Infine, ancora con il medesimo nome, il paese viene citato nell’elenco dei feudi  che nel 1445 il re Renato d’Angiò concesse agli Orsini, nelle cui mani vennero unificati i contadi di Albe e Tagliacozzo. Qualche anno dopo, il nome appare modificato in quello attuale di Sante Marie, è precisamente in un “diploma” del re Federico d’Aragona (anno 1492), allorquando le due contee riunite presero definitivamente la denominazione di “Stato di Tagliacozzo”.

Sul piano dell’organizzazione ecclesiastica, Sante Marie era ancora divisa, nei primi anni del Cinquecento, nelle tre parrocchie di S. Maria, S. Nicola e S. Marcello. La loro aggregazione in una sola parrocchia effettuata nel 1580, con apposita bolla, dal Vescovo Matteo Colli , che attribuì alla chiesa di Santa Maria non solo i beni delle altre due ex-parrocchie, ma anche quelli di tutte le chiese dirute esistenti nel territorio circostante. Nel Seicento, la chiesa parrocchiale, acquista il patronato del principe Filippo Colonna che durerà fino al 1806, anno dell’abolizione dei feudi per decreto di Giuseppe Bonaparte. Verso la seconda metà del XVII secolo, Sante Marie, con i suoi seicento abitanti, rende più funzionale e accogliente il suo antico “hospitale” per il ricovero e l’assistenza dei poveri e dei viandanti, con un unico divieto quello, cioè, di ospitare gli “zingari”. Inoltre, sempre nel XVII secolo, la popolazione maschile era equamente distribuita fra le tre confraternite del paese: quella del SS. Sacramento, quella dello Spirito Santo e quella del SS. Rosario; tutti vivevano intensamente alcuni momenti religiosi nel corso dell’anno, sempre intimamente connessi con l’attività agricola. Se la struttura ecclesiastica di Sante Marie e la religiosità dei suoi abitanti non mutano sostanzialmente nei secoli successivi, quella civile comincia invece a subire trasformazioni già verso la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. E’ documentata, infatti, l’esistenza dei “Massari”, ossia dei sindaci, liberamente eletti dalla popolazione riunita in pubbliche assemblee o “parlamenti” annuali. Il loro compito era quello di controllare il buon andamento della vita cittadina, il rispetto delle norme fiscali, le offerte di lavoro che pervenivano da altre “università” o dallo Stato Pontificio. Tutti i documenti (dal Seicento al primo Novecento) mostrano una popolazione in massima parte dedita all’agricoltura o a lavori stagionali nell’Agro Romano. Da uno “stato delle Anime” del 1850, ben 839 erano contadini braccianti, e solo 145 contadini possidenti. Un numero trascurabile era costituito da “artisti e domestici”.

Verso la seconda metà del XIX secolo, per la costruzione della ferrovia Roma-Sulmona, Sante Marie cresce demograficamente, nonostante che sia sempre soggetta a una forte emigrazione stagionale.

La mancanza (fino a tempi abbastanza recenti) di una rotabile, l’isolamento secolare, il terremoto del 1904, l’emigrazione continua, la miseria del dopoguerra, il forte decremento demografico di questi ultimi anni hanno costituito elementi frenanti di uno sviluppo economico e turistico, che pur sarebbe auspicabile per il paese e per tutta la Marsica.

Eventi e News

Tempor incididunt ut labore. Et dolore magna aliqua. Quis ipsum suspendisse ultrices gravida. Risus commodo viverra maecenas accumsan lacus vel facilisis. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et magna aliqua. Olere magna aliqua quis mae cen lacus vel. Risus commodo viverra maecenas accumsan lacus vel facilisis.
Our Trekking Season is a Success
filler-img-2
Kayaking Session is Starting